venerdì 27 febbraio 2009

Obama, finanziaria "verde"


Il deficit raggiungerà 1.750 miliardi di dollari nel 2009, livello più alto dal dopoguerra
Più pressione fiscale sulle fasce alte di reddito, scambi con le imprese per le emissioni di C02
fondo da 634 miliardi per la sanità
Il presidente intende mantenere la promessa elettorale di estendere la copertura
a tutti gli americani. Duecento miliardi di dollari per finanziare le missioni militari all'estero



WASHINGTON - Tasse più alte per le classi abbienti, un fondo pluriennale per riformare la sanità, introiti "verdi" dagli scambi con le emissioni di C02 per finanziare gli aiuti fiscali al ceto medio-basso. Sono alcuni dei punti cardine della finanziaria presentata oggi dal presidente Barack Obama. Ma anche la promessa di dimezzare il deficit, che nel 2009 arriverà a 1.750 miliardi di dollari, il 12,3% dell'economia Usa: livello più alto mai raggiunto dal dopoguerra. Obama non nasconde tutta la gravità della recessione in atto e dichiara che intende "offrire chiarezza su come viene speso ogni singolo dollaro dei contribuenti americani".

E neanche intende aggravare il già grave deficit Usa: "E' un processo che richiederà tempo - ha detto Obama - ma soltanto in questi ultimi 30 giorni abbiamo identificato riduzioni del deficit pari a 2mila miliardi, che ci aiuteranno a diminuire della metà il nostro deficit entro la fine del mio primo mandato". Il presidente ha citato in particolare risparmi per 20 milioni ammodernando i programmi e riducendo la burocrazia per l'agricoltura, per 200 milioni abbandonando i programmi per ripulire le miniere abbandonate, oltre a tagli per svariati programmi nella pubblica istruzione sopprimendo alcuni programmi di controllo simili a quelli già esistenti in ben 13 agenzie governative. Senza dare maggiore dettagli, Obama ha parlato di risparmi per quasi 50 miliardi riducendo sussidi eccessivi e scappatoie fiscali.

Per il presidente Barack Obama occorrono rinunce per uscire dalla crisi: "Dovremo rinunciare a cose che ci piacciono ma che non ci possiamo permettere". Il presidente Usa ha precisato che anche a livello di governo "sarà necessario tagliare cose che non ci servono per pagare quelle che servono", ma che non è disposto a rinunciare ali programmi che "rendono l'America forte".

Il previsto aumento del gettito fiscale, unito a una riforma dell'efficienza del servizio Medicare, aiuterebbe a creare un fondo decennale da 634 miliardi di dollari per la sanità. Obama ha così confermato la promessa fatta durante tutta la sua campagna elettorale: estendere progressivamente la copertura sanitaria a tutti i cittadini americani. Attualmente circa 46 milioni di americani sono invece esclusi da qualsiasi forma di assistenza.

Una prima misura in questa direzione, ha spiegato Obama, è un sussidio, in vigore da oggi, che aiuterà sette milioni di americani che hanno perso il lavoro a conservare la mutua che avevano prima del licenziamento. La misura è compresa nel pacchetto di stimolo: espande una estensione temporanea di un programma che consente ai neo-disoccupati di tenere la vecchia mutua se la pagano di tasca propria. La nuova misura abbassa i costi di circa due terzi per un anno. "Sette milioni di americani avranno una cosa in meno di cui preoccuparsi quando vanno a dormire", ha detto Obama.

Il disegno di legge di bilancio include inoltre centinaia di miliardi di dollari di introiti da un sistema di scambio di emissioni di gas. Gli introiti dal sistema saranno spalmati su diversi anni a partire dal 2012. Obama vuole aiutare la lotta al cambiamento climatico riducendo le emissioni di gas serra come l'anidride carbonica (CO2) dalle grandi industrie e permettendo loro di commerciare i "diritti a inquinare" (il cosiddetto sistema "taglia e vendi"). E' prevista anche un'estensione oltre il 2010 dello sconto fiscale di 400 dollari all'anno previsto dal piano di stimolo approvato due settimane fa.

Per quanto riguarda le missioni militari all'estero, il presidente americano prevede una spesa pari a 663,7 miliardi di dollari per la difesa, cifra che include il costo delle guerre in Iraq e in Afghanistan (circa 130 miliardi), ossia un aumento di circa l'1,5% rispetto allo scorso anno. Nell'anno fiscale 2009 la cifra stanziata per i due conflitti era stata di 141 miliardi di dollari.

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