sabato 28 marzo 2009

PD, abbinare elezioni e referendum e dare 400 milioni risparmiati alla polizia.

ROMA - Votare per elezioni e referendum nella stessa data in modo da risparmiare 400 milioni da destinare alla sicurezza e assumere 5000 uomini nelle forze dell’ordine. Questa la proposta del Partito democratico ai rappresentanti sindacali delle forze dell’ordine nel corso di un incontro nella sala Berlinguer di Montecitorio. I portavoce delle principali organizzazioni sindacali di polizia hanno denunciato le pesanti situazioni in cui sono costretti a lavorare, a cominciare dal blocco delle auto ferme in garage per mancanza di benzina e di soldi per ripararle, ma soprattutto hanno ribadito il loro no alle ronde, un no condiviso dagli esponenti del Pd.

“Il governo vuole che si voti in due date distinte per non far passare il referendum al quale la Lega è ostile” ha detto Franceschini. “Votiamo in una sola data. Sono certo che la maggioranza ci accuserà di demagogia come fanno per tutte le nostre proposte, ma noi presentiamo numeri precisi. La sicurezza è un tema che hanno sventolato in campagna elettorale ma i fatti sono questi: tre miliardi di tagli in tre anni, 500 vetture ferme per le riparazioni”.

Il segretario del Pd ha accusato il governo di nascondere le mancanze e coprirle con messaggi promozionali. “Quei trentamila soldati di cui aveva parlato Berlusconi non ci sono perché non esistono”. L’attacco principale è però rivolto all’istituzione delle ronde: “Ci opponiamo per due motivi - ha spiegato Franceschini - Per la difesa del principio che non si può delegare ai privati la sicurezza e per motivi pratici, come la sovrapposizione alle forze dell’ordine o il pericolo di infiltrazioni malavitose. La gente si sente più sicura con le forze di polizia che con le ronde”.

All’incontro sulla sicurezza organizzato dal Pd alla Camera sono intervenuti numerosi rappresentanti sindacali delle forze dell’ordine che hanno ribadito alcune emblematiche condizioni di lavoro. Tra macchine ferme perché non ci sono soldi per ripararle, volanti che non partono perché non c’è benzina, organizzazione spesso farraginosa che porta a un dispendio inutile di uomini e mezzi: le denunce degli uomini del Cocer, di polizia e Gdf sono pesanti.

I rappresentanti delle principali organizzazioni sindacali della polizia hanno puntato l’indice contro la circolare del ministero dell’Interno che di fatto “impedisce la riparazione delle autovetture in dotazione”. Il 30-40% delle macchine sono ferme, hanno denunciato, ma l’accusa più pesante nei confronti del governo è per l’istituzione delle ronde, considerate inefficaci.

“Sono controproducenti. Si è trattato di una sanatoria per qualche drappello verde”, ha detto Antonio Scolletta, coordinatore nazionale della Federazione sindacale di polizia dell’Ugl. Il segretario nazionale dell’Anfp, Enzo Marco Letizia, sottolinea che “le ronde sono permeabili a infiltrazioni mafiose, soprattutto al Sud, e ancora va chiarito che non possono portare né armi né cani”.

Duro l’atto d’accusa di Silvio Iannotta del Siap di Caserta: “Dopo l’allarme criminalità dello scorso anno, ci avevano promesso militari e risorse. Non ci hanno dato nulla. A Caserta, se le ronde ci chiamano, non abbiamo neanche le automobili per andare a controllare”. Franco Maccari del Coisp, Graziano Candeo del Siulp Veneto, Giuseppe Tiani segretario generale del Siap sottolineano che in molte regioni, soprattutto al Nord, stanno nascendo “scuole per prepararsi alle ronde” e “accedere ai fondi europei Pon per la sicurezza”: “Una c’è già a Crocetta del Montello”, ha detto Candeo.

“Contrastiamo con forza una idea di sicurezza sussidiaria che affida al dilettantismo delle ronde la sicurezza dei cittadini, mentre le risorse assegnate alle forze dell’ordine sono ancora insufficienti e oltre un terzo delle nostre volanti sono ferme nelle officine perché non ci sono soldi per ripararle” ha detto il portavoce del Sindacato autonomo di polizia (Sap) Massimo Montebove, che ha auspicato che nella discussione in Parlamento del decreto anti-stupri, “venga stralciato il provvedimento che istituisce le ronde”.

Messaggi multimediali e copia incolla, Apple rivoluziona l'iPhone


A partire da questa estate

Rilasciati il sistema operativo 3.0 beta e i kit di sviluppo per i programmatori. Ora lo smartphone potrà inviare MMS e interfacciarsi col bluetooth ad altri dispositivi tra cui cuffie stereo. ''Anni avanti rispetto ai concorrenti'' afferma Philip Schiller, vice presidente senior del marketing internazionale



Roma, 18 mar. (Ign) - Cento nuove funzionalità per rendere migliore l'iPhone. Apple mette mano al suo smartphone aggiornandolo nel software, includendo ora, tra le tante novità, la possibilità di tagliare, copiare e incollare il testo, di inviare gli MMS, visualizzare le email in formato panoramico e collegare dispositivi compresi gli auricolari stereo via bluetooth. Sarà inoltre possibile registrare e spedire file audio in tempo reale con il nuovo applicativo Voice Memo.

Tutto merito del nuovo sistema operativo 3.0, in versione beta, che come assicura Philip Schiller, vice presidente senior di Apple per il Worldwide Product Marketing, porterà l'azienda ''anni avanti rispetto ai concorrenti''.

Novità anche per i programmatori che vogliono sviluppare applicativi per l'iPhone: Apple ha rilasciato anche l'SDK (software per lo sviluppo) con oltre 1000 set di strumenti differenti, che permetteranno di creare e testare programmi per lo smartphone e per l'iPod Touch.

Gli sviluppatori potranno anche utilizzare il nuovo Maps API di Apple per integrare i servizi di Google Mobile Maps all’interno delle applicazioni per visualizzare le immagini di Google Map, la posizione corrente, le annotazioni personalizzate e la geo-codifica.

Sanità, rivoluzione digitale. Entro il 2012 ricette e certificati viaggeranno sul web


''L'intero fabbisogno sanitario ammonta a 110 miliardi''

Firmato un protocollo d'intesa per la realizzazione di un programma di interventi per l'innovazione nel settore della salute: prescrizioni elettroniche e prenotazione sul web di visite e prestazioni. Il ministro per la Pubblica amministrazione, Brunetta: ''Sei ponti di Messina all'anno con i risparmi. La cifra sarà pari a circa 30 miliardi di euro''.

Le prescrizioni dei camici bianchi diventeranno elettroniche, i certificati di malattia digitali, i sistemi di prenotazione di visite e prestazioni viaggeranno sul web. Risultato? "Risparmi del 30% sull'intero fabbisogno sanitario, che ammonta a 110 miliardi di euro l'anno". Tradotto in soldoni, "30 miliardi risparmiati ogni anno, l'equivalente di quel che occorre per costruire ben sei ponti di Messina". Parola del ministro per l'Innovazione e la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, che oggi ha firmato un protocollo d'intesa per la realizzazione di un programma di interventi per l'innovazione digitale nel settore della salute con il presidente del Consiglio nazionale delle ricerche, Luciano Maiani.

L'accordo mira ad accelerare i tempi, traghettando la sanità italiana nel mondo digitale "entro il 2012", spiega il ministro. "Già in autunno - assicura - avvieremo la sperimentazione, davanti abbiamo tre anni per implementare il sistema". E creare una nuova realtà "che mira anche a eliminare truffe e abusi. La passione ci consente di fare cose strabilianti, come in questo caso", conclude il ministro.

Entusiasta anche Maiani. "Il protocollo sottoscritto con il dicastero guidato da Brunetta - afferma - è importante perché investe un settore vicino ai bisogni concreti dei cittadini, secondo quella che è una delle prioritarie finalità della ricerca, insieme con la crescita scientifica e culturale del Paese e lo sviluppo delle imprese".

venerdì 27 marzo 2009

Microsoft Windows Vista Service Pack 2 presto disponibile

“Il secondo service pack di Windows Vista è disponibile attraverso il programma Connect beta tester”

In dirittura di arrivo il secondo service pack dedicato a Microsoft Windows Vista. Nelle scorse settimane Microsoft aveva distribuito la versione RTM a un ristretto gruppo di tester ma nelle ultime ore ci sono state interessanti novità che farebbero presagire un imminente rilascio mainstream.

Stando a quanto riportato da Neowin.com, Microsoft ha deciso reso disponibile Windows Vista Service Pack 2 agli appartenenti al programma Connect beta tester. La notizia riguarda anche Windows Server 2008 poichè anche per tale sistema operativo è stato rilasciato il secondo service pack. Il numero di build a cui fare riferimento è 6002.17043.090312-1835.

Per Windows Vista SP2 Microsoft promette interessanti novità tra cui ricordiamo il supporto nativo alla masterizzazione Blu-ray, l'integrazione di Windows Connect Now, il supporto a Bluetooth v2.1, l'implementazione di Windows Search 4.0. Come preannunciato nelle scorse settimane Microsoft dovrebbe rilasciare attraverso Windows Update il secondo service pack per Windows Vista nel prossimo mese di aprile.

lunedì 16 marzo 2009

Alla scoperta del deep web. Quella parte di Internet sconosciuta ai motori di ricerca.


Pensiamo a Internet e immaginiamo un mondo sconfinato: desideriamo trovare qualcosa e immediatamente cerchiamo con Google che "tutto sa" della rete.

Pare che non sia affatto così, almeno per quanto attiene le capacità dei motori di ricerca di scandagliare la Rete. Le pagine ma soprattutto i contenuti visitati dagli spider pare infatti siano solo una minima parte di quelli effettivamente presenti online. Internet sarebbe come un iceberg: ciò che si vede è di molto inferiore a ciò che resta immerso sott'acqua.

Là fuori ci sarebbe tutto un web nascosto - o deep web come si usa dire - non indicizzato dai motori di ricerca e di fatto, se non proprio introvabile, sicuramente poco utilizzabile. Si parte dai siti interamente in flash, che al momento non vengono correttamente visti dagli spider che solcano la rete, ma ci sono anche uno sterminato volume di informazioni, dati, pagine, risorse.

Non viene indicizzato, per esempio, tutto quello che è disponibile solo a pagamento, ma anche quei contenuti che vengono esposti sul web in vetrina per poco tempo come articoli e notizie on line dei vari portali o testate giornalistiche e che in breve spariscono alla vista e anche ai link incrociati, divenendo di fatto irraggiungibili.

Allo stesso modo sono non tutto visibili altri contenuti inseriti in formati non tipicamente testuali propri delle pagine web come ad esempio file Pdf (solo recentemente indicizzati da Google), video, fogli elettronici, database e molti altri esempi: tutto ciò che non è correlato al web da hyperlink diretti utilizzati dai crawler per navigare, scoprire e indicizzare i contenuti di Internet.

Secondo una società specializzata nell'indicizzazione dei contenuti dinamici, questa manchevolezza implicherebbe che solo l'un per cento dei contenuti presenti su Internet sia indicizzato. Probabilmente si tratta di stime eccessivamente pessimistiche, comunque il dato deve far riflettere.

Questa mole di dati è naturalmente estremamente appetibile per chi di mestiere si occupa di indicizzare il web. Non stupisce il fatto che Google abbia costituito dei gruppi di lavoro per recuperare queste informazioni seppellite nel web profondo, con la sfida di riuscire a creare algoritmi di ricerca in grado di rispondere a domande che prevedono un ragionamento alla base, cioè con un approccio semantico effettivamente funzionante.

Ma Google non è certo da sola: Kosmix è una start-up che vede tra i propri fondatori Jeffrey Bezos (già amministratore delegato di Amazon) nata con il compito di svelare e recuperare questo "mondo sommerso". Juliana Freire dell'Università dello Utah ha creato il progetto DeepPeep.

I motivi sono ovvi: ciò che non è indicizzato non è sostanzialmente accessibile e utilizzabile e - a parità di algoritmo di ricerca e analisi - i risultati dovrebbero affinarsi con un maggior numero di dati da cui estrapolare il risultato della ricerca.

Sono dodici gli Stati canaglia dell'Internet


Da Cuba all'Arabia Saudita, i Paesi "nemici di internet" impongono la censura alle informazioni reperibili sul Web. Sorvegliata speciale anche l'insospettabile Australia.

"Internet è libertà. Ma non dovunque.": comincia così il rapporto pubblicato da Reporters sans Frontières e significativamente intitolato "I nemici di Internet".

Sono 12 gli Stati nemici della Rete (Arabia Saudita, Birmania, Cina, Corea del Nord, Cuba, Egitto, Iran, Uzbekistan, Siria, Tunisia, Turkmenistan e Vietnam), Paesi che si sono meritati questo titolo grazie alle iniziative censorie che hanno intrapreso al fine di limitare la libertà di espressione.

Lì non si può parlare di Internet, ma al massimo di una intranet che impedisce ai navigatori di accedere alle informazioni ritenute "indesiderabili"; più grave ancora è la repressione "quasi sistematica" che quei dodici governi applicano nei confronti di chi è all'origine delle notizie scomode.

Altri dieci Paesi sono considerati "sorvegliati speciali" da Reporters sans Frontières: in particolare l'Australia e la Corea del Sud sono i due Stati più preoccupanti. Il primo per l'introduzione di filtri sulle connessioni a Internet, il secondo per aver arrestato un blogger con l'accusa di aver influito negativamente sugli "scambi economici" e sulla "crediiblità della nazione".

Il ritratto della Rete proposto dall'associazione non è molto rassicurante: sembra che i tentativi di controllare, manipolare e censurare non facciano altro che moltiplicarsi, mentre i cosiddetti "cyberdissidenti" finiscono in prigione.

A guidare la classifica dei Paesi più repressivi da questo punto di vista è la Cina, che avrebbe imprigionato 49 persone colpevoli di aver pubblicato contenuti inappropriati; seguono poi il Vietnam (con 7 persone in carcere) e l'Iran (4 arresti).

mercoledì 11 marzo 2009

Un alter ego virtuale guida il dottore nella diagnosi


Un avatar accompagnerà il medico nell'analisi della cartella clinica con i dati del degente. L'esperimento in un ospedale danese


Roma, 10 mar. - (Ign) - Sarà un avatar ad aiutare il personale medico a navigare con grande semplicità nella cartella elettronica di un paziente con una rappresentazione tridimensionela. In un batter d'occhio i medici del Thy-Mors Hospital sono stati in grado di ottenere una panoramica aggiornata dello stato di salute del degente. L'innovazione tecnologica IBM per cartelle cliniche elettroniche intelligenti, ha passato a pieni voti il suo primo test eseguito presso un ospedale danese. Il software, che fornisce un hub delle informazioni mediche, è stato creato dagli scienziati del centro di Ricerca di Zurigo, in collaborazione con tecnici esperti della IBM Danimarca.

Utilizzando una rappresentazione tridimensionale dell’anatomia umana, l’avatar aiuta il personale medico a navigare con grande semplicità nella cartella elettronica di un paziente. I medici possono ruotare l’avatar e ridurre o ingrandire la visualizzazione dell’immagine per generare il livello di dettaglio necessario. Con il tool, possono inoltre scegliere tra diverse viste, ad esempio consentendo l'ispezione degli organi o del sistema circolatorio, muscolare e nervoso. Le frecce indicano le aree del corpo per cui sono disponibili dati medici. Selezionando una di queste frecce, i medici hanno tutte le informazioni pertinenti a portata di mouse.

Con quasi 11.000 degenti e più di 65.000 visite ambulatoriali l’anno, i medici e gli infermieri del Thy-Mors Hospital, nel nord della Danimarca, hanno un’agenda molto fitta. Quando il dottor Hardy Christoffersen, capo della clinica di chirurgia ambulatoriale dell'ospedale, vede un paziente ha 15 minuti a disposizione per il colloquio, l’esame e la diagnosi, incluse le decisioni sul tipo di trattamento supplementare eventualmente necessario. Per assicurare l’accuratezza, il dottor Christoffersen deve inoltre prendere in considerazione le condizioni generali del paziente, inclusi i precedenti disturbi.“Con questo hub di informazioni mediche, ho tutte le informazioni che mi servono a portata di mano” ha detto il dottor Christoffersen.

Franceschini contro proposta di Berlusconi sul voto ai capigruppo: per lui il Parlamento è un ingombro


Roma, 11 mar. - (Adnkronos) - "Non si sa se ridere o se piangere". Dario Franceschini (nella foto) intervenendo a 'Unomattina', contesta con forza la proposta di Berlusconi di far votare i capigruppo per tutti in aula in Parlamento. "E' un pezzo dell'idea che Berlusconi ha del Parlamento: un ingombro alla sua luminosa idea di governo. Il passaggio successivo sarà quello di avere un solo tasto nel suo ufficio in modo da far votare lui per tutti", ha aggiunto il segretario del Partito democratico.

Di fronte alla crisi economica, il numero uno del Pd critica l'atteggiamneto del premier: "Berlusconi - dice - non è ottimista, finge di esserlo. Ma il suo non è un atteggiamento giusto e onesto. Gli altri capi di governo non negano la crisi e si impegnano ad affrontarla, Berlusconi non deve negare la crisi ma affrontarla perché chi non ha soldi come fa a spendere?".

Per Franceschini, inoltre, la risposta che il presidente del Consiglio ha dato alla proposta del Pd sull'assegno per i disoccupati, il fatto che sarebbe un incentivo al licenziamento, dimostra che Berlusconi "ha un'idea degli imprenditori italiani come degli imbroglioni che licenzierebbero per far lavorare in nero i dipendenti e incassare l'assegno. Questo significa pensare che l'Italia sia fatta da cattive persone, per me non è così''.

Quindi la proposta del Pd per fronteggiare la crisi: "Allentare il patto di stabilità con i Comuni, è questa la proposta del Pd". "C'è bisogno - spiega - di infrastrutture, di strade e di treni, ma bisogna dire onestamente che queste non sono le risposte alla crisi, perché questi cantieri finiranno tra tre o quattro anni e non si può aspettare tanto. Bisogna invece far ripartire i cantieri pronti ma sospesi, quelli degli enti locali che risolvono i problemi delle comunità".

Quanto alle soluzioni adottate da Palazzo Chigi per l'allarme sicurezza, Franceschini rimarca: "La sicurezza è un diritto degli italiani e lo Stato deve garantirla mettendo più polizia e carabinieri nelle strade e non facendo operazioni di immagine, come i militari in strada, o di demagogia, come le ronde. Noi siamo l'unico paese al mondo in cui si pensa di appaltare la sicurezza ai privati".

"Noi abbiamo fatto una proposta concreta - ricorda quindi il leader del Pd - che è quella di unificare il voto delle elezioni e del referendum, si risparmierebbero 460 milioni di euro, si potrebbero spendere per assumere 5.000 poliziotti e per mettere la benzina nelle macchine delle forze dell'ordine. La proposta e' in Parlamento, se vogliono la sostengano".

Dalla questione sicurezza alla presidenza Rai. "Non ho fatto nessuna rosa di nomi", fa sapere Franceschini, che sottolinea: "Le priorità degli italiani e del Partito democratico sono altre, ma c'è una legge sbagliata, che noi abbiamo avversato, che si impone che il presidente sia scelto in base all'intesa tra maggioranza e opposizione. Sono costretto ad una trattativa abbastanza sgradevole, spero che faremo presto, ma comunque tutto sarà pubblico, trasparente, niente di nascosto".

Infine Franceschini ha richiamato all'importanza che ha per il Partito democratico l'abbandono delle tensioni interne, negando lo spostamento a sinistra di cui si parla per il suo partito. "I nostri elettori - spiega - non sopportano le litigiosità e il logoramento dei leader che c'è stato fino ad ora, di fronte alla gravità delle situazioni delle famiglie italiane e all'inadeguatezza del governo vogliono vedere una squadra che faccia gioco di squadra. Fino adesso sta funzionando, anche grazie allo choc delle dimissioni di Veltroni".

"Sorrido di fronte a questo schema politologico sullo spostamento a sinistra del Pd - ha spiegato - se si cerca una risposta con un assegno mensile a chi si trova senza lavoro a zero euro e' una cosa di destra o di sinistra? Se si dice che le pensioni sono basse e' una cosa di destra o di sinistra? Questo sono schemi del passato - conclude Francerschini - i cittadini guardano se una idea è buona o cattiva e non da dove viene l'idea".

Tecnologia: studio italo-svizzero, piu' vicino il computer del futuro


I magneti molecolari potrebbero essere i mattoni con cui costruire memorie e unita' di calcolo.

E' possibile sfruttare i campi elettrici per controllare e modificare in modo rapido ed affidabile i bit di un elaboratore quantistico, superando uno dei maggiori impedimenti per lo sviluppo di questa tecnologia

Roma, 19 gen. - (Adnkronos) - Il computer del futuro e' piu' vicino. Ricercatori di Infm-Cnr e dell'universita' di Basilea hanno infatti dimostrato la possibilita' di controllare e modificare i bit di un elaboratore quantistico attraverso campi elettrici, facili da generare e dotati di enorme precisione spazio-temporale. Un risultato, secondo gli studiosi, che elimina una delle difficolta' per la realizzazione di calcolatori con tecnologia a magneti molecolari. La ricerca e' pubblicata sulla Physical Review Letters.
Sfruttare i campi elettrici per manipolare i qubit dei computer quantistici del futuro, superando uno dei maggiori impedimenti per lo sviluppo di questa tecnologia, il poter manipolare i bit quantistici in modo rapido ed affidabile. Questo e' dunque il risultato del lavoro teorico portato avanti da Filippo Troiani, del laboratorio Infm-Cnr S3 di Modena, in collaborazione con il gruppo di Daniel Loss, dell'Universita' di Basilea.
"Lo studio -spiegano i ricercatori dell'Infm-Cnr- offre un approccio in grado di accelerare lo sviluppo e la realizzazione di elaboratori quantistici basati sulla tecnologia dei magneti molecolari, dei minuscoli magneti quantistici, per portare nel nostro quotidiano apparecchi rivoluzionari per velocita' e capacita'".
"A breve, -continuano i ricercatori dell'Infm-Cnr- i componenti fondamentali degli elaboratori raggiungeranno dimensioni alle quali gli oggetti si comportano in modi radicalmente diversi da quelli previsti dalla fisica 'classica' a causa dell'insorgere di fenomeni quantistici. Lungi dall'essere un limite pero', questi fenomeni sono una grande opportunita', perche' grazie ad essi gli scienziati potranno costruire computer e memorie incomparabilmente piu' veloci di quelli attuali".
"E -sottolineano- i magneti molecolari rappresentano proprio il potenziale mattoncino di questi computer quantistici, su cui fondarne le strutture come e' oggi per i transistor". "Sono infatti -aggiungono ancora- economici da realizzare anche a grandi scale, sono prodotti da processi di sintesi chimica e sono in grado di memorizzare informazione nel loro stato magnetico".
Si tratta quindi di un deciso passo avanti verso i supercomputer del futuro. "I magneti molecolari sono una delle possibili chiavi per accedere al mondo del calcolo quantistico. Semplici da realizzare e ben compresi, saranno probabilmente i mattoni con cui costruiremo memorie e unita' di calcolo avanzatissime" spiega Filippo Troiani, ricercatore del laboratorio S3 di Infm-Cnr di Modena e coautore della ricerca. Che conclude: "Se questi bit quantistici possono essere manipolati tramite campi elettrici, allora una parte delle difficolta' legate al loro utilizzo in calcolatori puo' essere superata, e la ricerca applicata puo' contare su nuovi, piu' potenti e pratici strumenti per costruire le prime macchine quantistiche".
Info: www.infm.it

martedì 10 marzo 2009

I 21 piaceri inconfessabili degli amanti della tecnologia


L'ha stilata il magazine inglese TechRadar: dal tocco sullo schermo dell'iPhone alla passione per i prodotti Microsoft, dall'auricolare senza fili ai tatuaggi speciali.

AMMESSO che con le donne non abbiano fortuna, cos'è che eccita veramente quei ragazzacci dei geek? Si dice che non siano eccessivamente brillanti, non amino uscire, non sappiano relazionarsi all'altro sesso e si sentano a loro agio solo tra videogiochi, internet e fumetti. Ogni tanto però un guizzo di piacere lo provano anche loro. Ma sono piaceri inconfessabili e, probabilmente poco comprensibili ai più, che la rivista britannica di tecnologia TechRadar ha giocato a racchiudere in una classifica tutta all'insegna dell'ironia.

Allora, i ventuno momenti eccitanti della vita di un geek hanno poco a che vedere con i sensi classici del piacere: il tatto c'è, certo, ma l'oggetto del desiderio in questione non è una donna, la vista non è quella di un romantico tramonto e l'udito non si delizia con una dolce melodia. Il piacere dei geek si chiama soprattutto tecnologia.

Al primo posto si piazza il tasto di sbloccaggio dell'iPhone: una freccia grigia disegnata sullo schermo da far scorrere da sinistra verso destra per attivare il telefono della Apple. Nonostante le varie applicazioni e funzioni, sarebbe questa l'attrattiva maggiore per i geek. Quel gesto che evoca quasi una carezza è il più piacevole nella vita di un vero amante della tecnologia. Ma non solo, ad eccitare il geek medio c'è anche l'attesa della prossima versione del sistema operativo di Microsoft. Dopo il flop di Vista infatti agli utenti non resta che controllare tutti i giorni il "welcome center", la schermata di benvenuto del sistema, in attesa dell'uscita di Window 7.

Piace però anche l'intramontabile suono di avvio dei computer della Apple, il noto "Macintosh Bong". Tanto apprezzato da diventare una sorta di colonna sonora della vita del nerd. Ma non manca il quotidiano controllo delle visite sul proprio blog: grazie ad alcuni strumenti di statistica è possibile infatti controllare la quantità di accessi che vengono effettuati sulle proprie pagine.

Al quinto posto, ma solo per chi è riuscito a mantenere ancora un animo romantico, c'è l'abbassamento della puntina su un disco di vinile che gira: pochi secondi di brusio e poi parte la magia della musica suonata dal giradischi. Un apparecchio fuori moda, ma pur sempre un apparecchio tecnologico. Dà piacere anche il joystick analogico per la Play Station 3 e i tanti movimenti che permette di fare, almeno quanto eccita gli amanti dei videogiochi il movimento della schiacciata nel gioco Wii Tennis. Comodamente seduti sul proprio divano tutto il dinamismo del gesto atletico viene ridotto a un'energica rotazione della spalla.

Tornando un po' indietro con la memoria, la ghiera rotante del vecchio modello di iPod è un altro di quegli oggetti capaci di generare un discreto godimento. Soprattutto se fatta ruotare a grande velocità. Ma non manca il piacere della vista: nonostante sia stato superato da nuove tecnologie, il dvd e la sua perfetta definizione continuano ad affascinare milioni di spettatori. Così come il sound iniziale degli home video certificati dalla THX: un crescendo acustico unico che in alcuni spettatori ha l'effetto di generare un vero orgasmo per le orecchie.

All'undicesimo posto si piazza un altro insospettabile piacere: l'auricolare bluetooth per cellulari. Da indossare in strada, in macchina o, per chi si sente troppo ridicolo a parlare con un apparecchio nelle orecchie come se fosse un protagonista del film Matrix, in casa. Il vero geek ne possiede certamente uno. Per chi invece utilizza l'iPhone c'è una tra le tante applicazioni scaricabili che riesce a soddisfare veramente l'amante della tecnologia: si chiama PhoneSaber e permette di utilizzare il telefono come se fosse una spada di Guerre Stellari, con tanto di luci, effetti sonori e possibilità di rotazione a 360°.

C'è poi chi ama provare piacere sulla propria pelle e la tecnologia se la segna indelebilmente sul corpo: dal tatuaggio del pinguino simbolo del sistema operativo Linux a quello di Firefox fino alla mela della Apple disegnata con i capelli sulla nuca. Al quattordicesimo posto delle gioie tecnologiche c'è l'appagante gesto cavalleresco di aiutare una donna a rischio virus informatico o con il computer in panne a risolvere i suoi problemi tecnologici.

Ancora: qualcuno si diverte a cercare di ingannare il navigatore satellitare continuando ossessivamente a ignorare le indicazioni fornite, ad altri piace annusare un apparecchio tecnologico nuovo di zecca e altri ancora adorano sistemare le casse dell'impianto stereo nella maniera perfetta per il migliore godimento acustico.

Concludono la classifica dei piaceri inconfessabili dei geek il Segway, una specie di monopattino a due ruote che si sposta grazie al movimento del corpo, il "downloading" attraverso BitTorrent dell'ultimo film uscito al cinema, la contrattazione sull'acquisto degli apparecchi tecnologici e infine la passione per i prodotti Microsoft. Agli occhi dei geek più rigidi non saranno cool come l'open source o Linux ma continuano ad esercitare il loro irresistibile fascino.

E voi a quale piacere tecnologico non sapete proprio resistere?

lunedì 9 marzo 2009

Microsoft sfida Google con il motore Kumo


Dopo il fallito tentativo di comprare Yahoo!, Ballmer e soci mettono a punto un nuovo strumento di ricerca in grado di comprendere frasi, domande e relazioni fra parole.

ROMA - Microsoft ci riprova: dopo il tentativo fallito di comprare Yahoo!, Steve Ballmer e soci stanno mettendo a punto un nuovo motore di ricerca per colpire Google dove fa più male. Battezzato Kumo, il nuovo servizio è attualmente accessibile soltanto ai dipendenti Microsoft ma la sua esistenza, e la possibilità che diventi presto il motore ufficiale di Redmond, sono state confermate dai vertici della compagnia.

Secondo un documento interno diffuso dal blog "All Things Digital" del Wall Street Journal, Kumo aspirerebbe a essere un motore di ricerca "semantico", in grado cioè di comprendere frasi, domande e relazioni tra le parole. "A dispetto dei progressi fatti in questi anni, il 40% delle richieste fatte ai motori di ricerca resta senza risposta", sostiene Microsoft. "Questo e altri dati ci dicono che gli utenti spesso non trovano ciò che cercano nei motori di oggi".

Al momento non è possibile verificare se la tecnologia alla base di Kumo sia all'altezza di queste premesse. Di concreto finora da Microsoft sono trapelate solo alcune schermate che documentano la grafica estremamente semplificata (in stile Google, si direbbe) del motore. D'altra parte, non è la prima volta che la compagnia tenta di entrare, con tutta la sua potenza di fuoco, nel business delle ricerche: già nel 2006, il colosso di Redmond aveva lanciato il motore "Live". L'anno scorso aveva offerto 47,5 miliardi di dollari per comprare Yahoo!, il principale concorrente di Google.

Kumo è solo l'ultimo atto della guerra a distanza tra i due colossi dell'informatica. Il mese scorso, Google si è unito all'indagine dell'Unione Europea contro Microsoft per abuso di posizione dominante nel mercato dei browser (Google è recentemente entrata in questo settore con un suo software, chiamato Chrome). Microsoft potrebbe rispondere per le rime se la giustizia americana darà seguito alla denuncia di un piccolo motore di ricerca che ha recentemente accusato Google di pratiche anticoncorrenziali.

Il mercato dei motori di ricerca è nettamente dominato da Google, con una fetta del 63 per cento. Microsoft deve accontentarsi dell'8,5 per cento, preceduta da Yahoo! con il 21 per cento.

Torino, scontri all'università Caricati studenti dei centri sociali


TORINO - Scontri tra giovani dei centri sociali, e sostenitori del Fuan all'università di Torino. Nell'atrio di Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche, gli studenti del Cua (Collettivo universitario autonomo, estrema sinistra) hanno lanciato una dozzina di uova e un fumogeno contro le forze dell'ordine che dividevano gli autonomi dai giovani universitari del Fuan (Fronte universitario d'azione nazionale, estrema destra) raccolti attorno a un banchetto per raccogliere adesioni in vista delle prossime elezioni nell'ateneo.

"Fuori i fascisti dall'università", hanno gridato gli autonomi sostenuti in particolare dal gruppo Askatasuna. Una bomba carta è esplosa nell'atrio dell'ateneo, mentre gli agenti hanno deciso alcune cariche "di alleggerimento" per respingere il gruppo degli antifascisti. Quattro poliziotti in borghese sono rimasti leggermente feriti, uno di loro è ricoverato per una contusione alla testa. Tre i giovani fermati.

Lasciato Palazzo Nuovo, un centinaio di studenti del gruppo antifascista hanno occupato il salone del rettorato in via Verdi. Chiedono al rettore Ezio Pelizzetti "di prendere una posizione precisa verso questi fatti che non si devono più ripetere". In una conferenza stampa, gli studenti denunciano che la presenza delle forze dell'ordine all'interno di Palazzo Nuovo era "immotivata": "Siamo stati aggrediti". E alcuni dicono di essere stati feriti.

sabato 7 marzo 2009

Registrare audio da internet


Capita di ascoltare radio via internet e chiedersi: ma come faccio a registrare questa bella canzone?? ora il rimedio c’è, si può fare con questo programma: MP3myMP3 Recorder 2.0 con cui può registrare qualsiasi suono provienente da internet e salvarlo sul proprio pc in formato mp3 o wav.

Quindi oltre che la musica via internet, puoi salvare anche conversazioni audio dai vari programmi di chat.

Si può anche personalizzare le skin.

Flickr: più video per tutti


Upload dei video aperto anche agli utenti free, HD per gli utenti pro ed una nuova e suggestiva funzione Clock.

E' passato circa un anno da quando Flickr ha aperto ai suoi utenti pro la possibilità di caricare oltre che immagini anche brevi video da non più di 90 secondi. L'iniziativa sembra essere piaciuta alla comunità del sito e ora Yahoo! è pronta a rilanciare.

Il team di Flickr ha infatti annunciato di aver esteso la possibilità di upload video anche agli utenti free che avranno la possibilità di caricare due filmati al mese in aggiunta ai 100 Mb di banda disponibile per le immagini. Novità sono però previste anche per gli utenti pro. Con la diffusione di fotocamere in grado di generare anche filmati in altra definizione (come le Nikon’s D90, Canon’s EOS 5D Mark II, Flip Mino HD), Flickr offrirà anche la possibilità di caricare filmati in HD. Essendo questa possibilità dedicata agli utenti pro non vi sono limiti ne di numero ne di banda.

Infine è stato introdotto Flickr Clock, un nuovo strumento che usando i metadati delle immagini e dei filmati in aggiunta alle indicazioni degli utenti, si ripropone di mostrare gli eventi verificatasi in ogni parte del mondo ad una certa ora visti attraverso gli obiettivi dei suoi iscritti.

Facebook, nuove Home e via il limite dei 5 mila amici


Da qualche ora Facebook ha iniziato la migrazione del proprio sito verso una nuova versione con diversi aggiornamenti a livello di codice. Questo processo porterà anzitutto ad una rivisitazione della home page personale che pur conservando la caratteristica struttura delle due colonne si arricchirà di nuove funzioni. La prima riguarda l'aggiornamento delle attività dei propri contatti che ora avverrà in tempo reale eliminando il ritardo di alcuni minuti presente finora. Nella colonna di sinistra della home sarà introdotta una funzione filtro che consentirà di limitare il numero di informazioni ricevute.

La colonna centrale rimarrà invece fulcro di tutto il flusso di informazioni che arrivano dalla fonti più disparate. Dai propri contatti, alle varie applicazioni fino a fonti esterne. La condivisione, il commento è l'apprezzamento per i vari contenuti sarà ancora più semplice con nuovi strumenti dedicati.

Infine cade uno dei limiti storici imposto da Facebook, ovvero la soglia massima di 5 mila amici. D'ora in avanti questo limite verrà rimosso per la gioia di personaggi pubblici, politici, star del mondo cinematografico e musicale e anche ovviamente delle persone con un alta propensione a stringere nuove amicizie.

Tutti a casa

La discesa dei prezzi non è finita. Secondo gli esperti proseguirà nel 2009 con ribassi fino al 15 per cento. Ma con il crollo delle Borse il mattone torna a essere il grande bene rifugio


Calma e gesso: ci vorrà tempo per fermare la picchiata dei prezzi della case e di sicuro non basterà l'intero 2009 a vedere l'inversione di tendenza. Anzi, sarà proprio quello in corso l'anno nero della Borsa del mattone. Lo sostengono quasi tutti gli addetti ai lavori del settore immobiliare. C'è chi lo fa ipotizzando un calo medio del 5 per cento a livello nazionale, come Fabio Guglielmi, capo di Professione Casa, e chi vede nerissimo: per Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme (Centro ricerche economiche per l'edilizia e il territorio), la limatura dei valori potrebbe anche arrivare al 15 per cento.

Il diffuso pessimismo trova un'argomentata sintesi nell'edizione in uscita del 'Quaderno per l'economia' del centro studi Nomisma, che 'L'espresso' è in grado di anticipare. Per l'istituto di ricerca continueranno a calare le compravendite, già precipitate, secondo le elaborazioni della stessa Nomisma, dalle 851 mila unità del 2006 alle 684 mila dell'anno scorso: un'emorragia del 20 per cento, in gran parte verificatasi nel corso del 2008.

Il drammatico rallentamento degli scambi non ha ancora influito pesantemente sui prezzi. Lo farà quest'anno: "È impensabile che alla massiccia riduzione degli scambi non faccia seguito una significativa caduta delle quotazioni", sostiene Luca Dondi, il curatore dello studio. Secondo Nomisma, i prezzi delle abitazioni sono scesi appena del 2,2 per cento a Milano e dell'1 per cento nelle aree urbane nella seconda metà del 2008.

Per il 2009, il centro studi emiliano immagina un calo generale del 4,5 per cento, ma con una flessione dell'8 per cento a Roma e del 6,5 per cento a Milano. In alcuni quartieri di Torino (EuroTorino-Spina 3) e Firenze (Peretola), peraltro, si sono già avuti dei cali-choc vicini al 20 per cento. E stando all'ufficio studi di Tecnocasa, ci sono zone di Milano (Certosa-Gallarate, Prealpi-Mac Mahon, Padova-Loreto) e di Napoli (Materdei e Secondigliano), dove nella sola seconda metà del 2008 i valori sono precipitati del 12-15 per cento.


"Viaggiano a ritmi diversi alta e bassa qualità. Quando il clima era euforico saliva tutto indiscriminatamente, adesso il mercato è selettivo e penalizza il prodotto scarso e quello da ristruttare, perché mancano i soldi per i lavori di ammodernamento", dice Giacomo Morri, direttore del master in real estate della Bocconi. Aggiunge Giovanni Bortone, titolare di due agenzie Professione Casa nella residenziale area Plinio-Regina Giovanna a Milano: "Per 80 metri quadrati al terzo piano senza ascensore si chiedevano 330-340 mila euro. Oggi, per trovare un compratore occorre scendere a 250-270 mila euro".

Maledetto mutuo È lui il grande imputato. La stretta nella concessione dei finanziamenti si sente eccome. Lo sostiene l'analisi di Nomisma, che rileva una contrazione sia delle somme erogate (dal 2007 al 2008 gli importi dei mutui concessi sono scesi da 128 a 123 mila euro), sia del totale delle erogazioni (da 62,7 a 56,1 miliardi di euro) Lo confermano, sul campo, le lamentale degli intermediari. Per loro, l'incubo si chiama 'non deliberato'. Racconta Pasquale Valenzano, direttore del gruppo Tree (agenzie Gabetti, Grimaldi, Professione Casa) per la Puglia: "Nei primi due mesi del 2009, i clienti interessati ad acquistare un immobile presso le nostre agenzie hanno chiesto mutui per 8,8 milioni di euro. Le banche hanno accettato di erogarne per appena un milione". Stallo evidente anche nella Lombardia benestante: in Brianza le transazioni sono diminuite del 25 per cento negli ultimi otto mesi e un'indagine dell'associazione costruttori ammonisce che, rispetto a un anno fa, si è quasi dimezzata la platea di famiglie intenzionate a comprare casa nelle zone di Milano, Lodi e Monza.

Ansia da ribasso Le compravendite languono, i tempi medi per vendere un appartamento superano spesso i sei mesi e circola una diffusa aspettativa di ulteriori cali delle quotazioni. Ciò induce anche chi è intenzionato a comprare a restare in attesa. O a tirare brutalmente sul prezzo. "Pochi giorni fa sono arrivati dei signori di Torino che, citando gli articoli dei giornali e le stime ribassiste in circolazione, hanno chiesto addirittura il 30 per cento di sconto sul prezzo richiesto dal venditore", spiega l'agente romagnolo Paolo Cirilli, titolare dell'agenzia Tecnocasa di Bellaria, nei pressi di Rimini.

venerdì 6 marzo 2009

AMD a 32nm solo nel 2010

Roma - La marcia di AMD verso i 32 nanometri giungerà al suo traguardo intorno alla metà del prossimo anno, quando l'azienda avvierà la produzione in quantità limitate dei primi chip basati sulla nuova tecnologia di processo. A rivelarlo è stato il CEO dell'azienda, Dirk Meyer, che in una recente intervista ha anche aggiunto come la produzione in volumi sia prevista per il quarto trimestre del 2010.

Sebbene Meyer abbia descritto questa futura migrazione con toni entusiastici, l'azienda non è ancora riuscita a ridurre il gap tecnologico maturato nei confronti di Intel: quest'ultima, che proprio lo scorso mese ha annunciato investimenti milionari in questo campo, è pronta ad avviare la produzione di chip a 32 nm già entro la fine di quest'anno.

Nella produzione di CPU a 32 nm, AMD si avvarrà di tecnologie che ha sviluppato congiuntamente con IBM: tra queste, i transistor high-k gate-first, evoluzione di quelli con gate metallici ad alta costante k, e la litografia a immersione, che sfrutta le proprietà ottiche dei liquidi per focalizzare il fascio laser necessario ad incidere i transistor sul wafer di silicio. Secondo gli esperti, i circuiti high-k/metal gate consumeranno circa il 45 per cento di energia in meno e incrementeranno le performance di circa il 30 per cento a parità di clock.
Va però ricordato che, d'ora in avanti, la produzione delle CPU di AMD non sarà più compito di quest'azienda bensì di The Foundry, la neonata joint venture tra AMD e la società araba Advanced Technology Investment. Questa società avrà, come primo obiettivo, la cancellazione del debito di 1,1 miliardi maturato da AMD nel settore manifatturiero, e come secondo obiettivo l'accelerazione dei tempi di sviluppo delle future tecnologie di processo dei chip.

Grazie a questo scorporo, AMD potrà risparmiare da 1 a 2 miliardi di dollari l'anno per la costruzione di nuove fabbriche di chip o l'ammodernamento di quelle esistenti, ed in questo modo spera di risanare i propri bilanci: nell'ultimo trimestre dello scorso anno la società ha registrato perdite per 1,4 miliardi di dollari.

La produzione di GPU resterà in gran parte nelle mani della taiwanese TSMC: alla Foundry passerà, per il momento, solo la produzione di alcuni chip grafici di minore importanza.

Meyer ha dichiarato che AMD non intende competere frontalmente con Intel in tutti i segmenti tecnologici legati alle CPU: secondo il dirigente, i core business dell'azienda sono al momento i server, i notebook e i desktop mainstream. Meyer ha poi aggiunto di essere poco interessato a lanciare un rivale diretto dell'Atom, perché nel segmento dei netbook i margini di guadagno sono ancora troppo bassi. Per il momento l'azienda preferisce focalizzarsi su una fascia di mercato leggermente superiore, quella costituita dai subnotebook con schermo da 12-13 pollici, dove ha appena introdotto la propria piattaforma Yukon.

Ebay si tinge di rosa


E’ periodo di crisi e spesso trovare un lavoro che riesca a far sbarcare il lunario diventa un vero e proprio miraggio, lontano e difficile da raggiungere. Le donne, però, non si arrendono: secondo un comunicato stampa fornito da eBay.it, il celebre sito di aste on line, sono cinquemila i negozi gestiti dal gentil sesso su eBay.it, e per più della metà di loro, questa attività rappresenta la fonte primaria o secondaria di reddito.

Fino a poco tempo fa il settore della tecnologia era in prevalenza maschile, ma adesso anche le donne si fanno strada, attraverso questo nuovo mondo cercano la loro indipendenza economica ottenendo anche grandi soddisfazioni in ambito lavorativo. Per molte di loro iniziare un’attività di vendita sul sito di eBay.it ha permesso di raggiungere un successo inaspettato; le testimonianze raccolte mostrano che spesso queste nuove imprenditrici hanno intrapreso tale attività per caso, per curiosità o anche per necessità di liberare la casa da oggetti non più usati: “Ho iniziato a utilizzare il sito per cercare prodotti per le unghie, mia grande passione”, racconta Tatiana, una ragazza 28enne romana, “ora gestisco un negozio virtuale su eBay.it e faccio più di 300 vendite al mese; grazie a questa attività ho comprato una casa, riesco a essere indipendente economicamente…e ho molte soddisfazioni!”. “Mi fa molto piacere notare come le donne italiane continuano a scoprire le opportunità offerte da eBay.it per sviluppare una propria attività” afferma Irina Pavlova, dell’ufficio stampa di eBay.it “soprattutto in un momento difficile come questo; la possibilità di diventare imprenditrici, senza dover rinunciare al ruolo di mamme e mogli, per noi donne è un grande passo avanti”.

Spesso le donne che vogliono fare carriera si trovano di fronte ad un bivio: il lavoro o la famiglia; riuscire a far conciliare le due cose talvolta rappresenta un desiderio utopistico, diventa indispensabile perciò operare una scelta, decidere per l’uno ed escludere l’altro. Indipendentemente da quale strada si decida di percorrere il fatto di dover rinunciare ad uno dei due sogni genererà nella donna un senso di frustrazione, perché non si sentirà soddisfatta e realizzata, le mancherà sempre l’altra metà della mela.

Avere quindi la possibilità di fare le imprenditrici direttamente da casa con degli orari flessibili rappresenta una vera svolta per il mondo femminile: le donne finalmente possono riuscire a svolgere un lavoro che le soddisfa, pur essendo delle buone mamme e delle premurose mogli.

Ma se le donne scelgono la strada del commercio chi sono allora i maggiori acquirenti? Ovviamente gli uomini!

Nelle regioni del centro e del sud le donne vendono in particolare prodotti per un pubblico maschile. In Toscana, in Umbria e nel Molise vanno per la maggiore attrezzature per il calcio e cimeli militari. Ancora l’Umbria insieme alla Puglia, le Marche e la Basilicata assume un ruolo significativo per la vendita dell’abbigliamento da uomo. In Calabria spopolano gli articoli per la pesca, mentre l’Abruzzo si è specializzato nella vendita di accessori e ricambi auto.

L’eterne passioni femminili si trovano soprattutto nei negozi delle donne del nord Italia. Tra le categorie più vendute dalle italiane su eBay.it si trovano al primo posto i gioielli, in particolare gli articoli di bigiotteria, con pietre e perle, smerciati soprattutto da Lombardia, Piemonte, Toscana, Emilia, Sardegna e Trentino. Le abruzzesi, le liguri e le campane preferiscono l’abbigliamento, le borse, le scarpe e la lingerie femminile, mentre i prodotti di bellezza, in particolare quelli per la ricostruzione delle unghie, rappresentano un vero business nel Lazio, nel Piemonte, nelle Marche e in Sicilia; gli articoli per la casa e l’arredamento sono i più gettonati in Campania, Veneto, Puglia e Basilicata. Gli articoli per l’infanzia e premaman sono invece le peculiarità dei negozi femminili in Trentino e Molise.

La situazione dipinta dal comunicato stampa fornito da eBay fa emergere un nuovo fenomeno ”rosa” che vede coinvolte soprattutto le donne di Lombardia, Lazio e Campania, dove si registra il maggior numero di imprenditrici web. Appena dietro si piazzano le donne di Toscana ed Emilia Romagna.

Le donne non rappresentano più il sesso debole, ma forse non l’hanno mai rappresentato: loro sono sempre le prime a sapersi rimboccare le maniche, sono le più riflessive e sono sempre pronte a farsi carico dei problemi altrui. Anche in questo momento di crisi che vede coinvolti tutti i settori, le donne non si sono scoraggiate ed hanno tirato fuori la forza e la grinta per andare avanti: si sono organizzate, entrando in un mondo che era loro poco familiare e ottenendo risultati molto soddisfacenti.

Nel Belpaese dei privilegi quell'extra che rende diversi


La pensione in anticipo, l'auto blu, l'indennità che migliora la vita:
radiografia del Palazzo. Dove tutto costa meno ed è più facile


Sarà un anno orribile questo, l'ha garantito ieri Giulio Tremonti. La fila dei disoccupati agli angoli delle fabbriche misura oramai esattamente la distanza che separa la moltitudine, di ogni ceto, razza, lingua e religione, dagli eletti. Segno dei tempi è il ragù politico, il piatto di pasta servito alla buvette dei senatori il cui costo - collassato a un euro e cinquanta centesimi per deliberata e generosa scelta del gestore del catering - è stato fatto subito risalire dal presidente del Senato a un euro e ottanta, più in linea e rispettoso dei sentimenti dell'opinione pubblica.

C'è una parola, una sola, che pone alcuni lavori fuori dal comune, li innalza e li tonifica: il privilegio. L'extra che cambia il corso della busta paga, consola la vita anche quando è sul punto di finire. E produce quel miracolo che appunto si definisce privilegio, frutto del diritto che cambia natura.

Tutto ha un prezzo. Il silenzio, per esempio. Stare zitti è una fatica e ha il giusto costo. E morire, oltre al dolore inconsolabile, comporta una serie infinita di pratiche e di cerimonie che vanno obbligatoriamente fatturate. L'Iva, la maledetta Iva.

Il premio alla carriera. Una questione a parte, senza volere entrare nel merito del tema che qui lambisce la terra e il cielo, è il pacchetto dei premi fine vita. Apriamo parentesi. Prima della morte, ma forse più dolorosa di essa, c'è la fine della carriera politica, la fine dei sogni e della gloria. Il politico che lascia ottiene un vitalizio. Lo dice la parola stessa: il vitalizio non è la pensione e quindi lo si può raccogliere, a certe condizioni, anche da giovani. E' qualcosa di diverso e, stando all'etimo, sicuramente di vitale.

Antonio Martusciello a soli 46 anni ha lasciato Montecitorio. Per quattordici anni di fila ha servito le Istituzioni e Forza Italia. Se riscatta quattro anni di contributi può godere di un vitalizio formidabile: 7.958 euro (lordi) mensili. E il 49enne Alfonso Pecoraro Scanio, 16 anni trascorsi a Montecitorio, con un minimo riscatto raggiunge il traguardo degli 8.836 euro (lordi) in tasca, senza temere i nuovi ricalcoli pensionistici, il famigerato scalone, espressione che indica ancora lavoro e ancora per tanti anni per i sessantenni.

Oltre al vitalizio, conquistato calcando la scena, a fine carriera si aggiunge un affidamento in danaro a titolo di "solidarietà" o di "reinserimento sociale". L'assegno è pari all'80 per cento dell'indennità per il numero degli anni in cui ha frequentato il Potere. Ti hanno cacciato dal Parlamento e ora? L'anziano Armando Cossutta ha ottenuto 345.600 euro, per esempio. Il più giovane Clemente Mastella 307.328 euro. Proprio Mastella, causa licenziamento, ha raccolto il dovuto: vitalizio (9600 euro lordi mensili) e assegno di solidarietà. Ma il reinserimento sociale non è riuscito, Clemente ha vagato meno di un anno e sta per tornare nel punto esatto da dove era partito.

L'indennità funeraria. Trombato e premiato perciò. L'indennità, e qui entriamo in una speciale categoria, accompagna la vita del vivo e permette di dare sollievo ai familiari qualora il de cuius abbia davvero deciso di smettere e per sempre. In Veneto si chiamava indennità funeraria. In Sicilia, forse per non dare nell'occhio, la tipologia si è classificata più proletariamente come "sussidio di lutto". Così, il deputato palermitano Giovanni Ardizzone non ha fatto mistero di aver avuto una qualche perplessità anche di natura scaramantica allorché, nel corso del suo mandato di questore dell'Assemblea siciliana, si è trovato a firmare un paio di provvedimenti che erogavano "sussidi di lutto". E ha scoperto, dopo aver chiesto delucidazioni, che nella ricca e antica collezione di decreti del consiglio di presidenza dell'Ars c'è un atto che concede una somma fino a 5 mila euro per le spese relative a funerali di deputati in carica o cessati dal mandato. Soldi ovviamente destinati alle famiglie del caro onorevole estinto. Se l'è cavata magnificamente Ardizzone: "Cosa dire? Noi parlamentari siamo previdenti: pensiamo al nostro futuro. Anche dopo la morte".

Nel 2007 per i "sussidi di lutto" in Sicilia sono stati spesi 36.151 euro. In Veneto non si sa, ma il presidente del consiglio regionale, il leghista Marino Finozzi, interrogato sul triste tema del trapasso, ebbe come un sobbalzo e sinceramente rispose: "Io penso che un contributo pubblico alle spese di funerale per una persona che ha speso 10, 15 o più anni della vita per servire le istituzioni e i cittadini non sia un grande scandalo".

Tocchiamo ferro e badiamo al presente. È un'ora grave, la recessione economica sta travolgendo consuetudini quasi secolari: il Quirinale ha detto addio a 37 corazzieri (da 260 passeranno a 223) le senatrici hanno visto abolito il loro assegno per il parrucchiere, un bonus mensile di 150 euro. "Sono ancora piccole cose", hanno scritto i senatori questori. Piccole ma che danno il segno di un'era nuova, e dei sacrifici che attendono davvero tutti.

La corsia preferenziale. Le piccole cose si fanno poi grandi col crescere delle responsabilità. Conoscete un privilegio più tondo ed esibito di una guida contromano? Il comune di Palermo ha deliberato che i politici, di ogni risma e colore, debbano essere agevolati nel loro movimento. Viaggeranno in corsia preferenziale, ridurranno a una legittima concessione contromano l'attesa di far presto e bene. Ogni cosa al suo posto e ogni responsabilità al livello che merita. Il 22 agosto scorso una circolare di palazzo Chigi ha riclassificato le urgenze e le potestà mutando nel profondo le condizioni del passaggio aereo di Stato. Romano Prodi aveva incautamente ristretto il numero dei beneficiati obbligando persino fior fiore di ministri a giustificare la propria richiesta di volare alto e bene. Silvio Berlusconi ha ricondotto la spesa nei suoi limiti fisiologici: qualche milione di euro in più si spenderà, e però vuoi mettere la resa? Efficienza e velocità per tutti. Quindi tutti imbarcati: premier e consiglieri, ministri e viceministri, persino sottosegretari. Quando e come chiedono, facendo attenzione solo alle coincidenze.

Il costo del silenzio. Bisogna capirsi - e una volta per tutte - dove finisce il privilegio e dove inizia il dovere. L'obbligo per esempio di tenere la bocca cucita. Quando i capi dei servizi segreti Emilio Del Mese, Niccolò Pollari e Mario Mori hanno lasciato il comando, l'Espresso - curioso - fece due conti sulla liquidazione straordinaria che avrebbero ricevuto: la fissò in un milione e ottocentomila euro. Tra le tante voci che avrebbero prodotto una pensione da favola (circa 31 mila euro lordi al mese) per una carriera quarantennale davvero straordinaria bisognò tener conto anche del tributo a una vita pericolosa e soprattutto silenziosa. Allo stipendio si aggiunge infatti, per chi opera nei servizi, un'indennità particolare di funzione che, tra gli addetti, viene definita "indennità di silenzio" e quasi raddoppia l'emolumento base. Voce che poi, alla fine della carriera, viene conteggiata per la quiescenza. Silenzio d'oro, compenso perpetuo. Ma è un trattamento riservato unicamente ai capi. I sottoposti, al momento della pensione, non si portano dietro quella ricca indennità.

Questi tempi moderni hanno anche impresso un'autentica accelerazione allo scambio di idee e di proposte. Con internet tutto si è fatto non solo più semplice ma straordinariamente veloce. E sia il Senato che la Camera consegnano a ciascun eletto, ad ogni inizio di legislatura, hardware e software necessari. Il parlamentare riceve il suo computer (che a fine mandato conserverà) in modo che ovunque si trovi, ovunque, sia nella condizione di lavorare. Qualche mese fa la signora Anna, disperata, (tre figli minorenni e senza lavoro) ha scritto una mail a tutti i parlamentari e ha invocato aiuto. Anna non esisteva e la sua disperazione era finta. Era un modo per testare l'apparato tecnologico in dotazione. Dal momento dell'invio al momento della lettura della mail sono trascorse in media due settimane. Il 42 per cento dei senatori aveva però e purtroppo la casella di posta piena. Alla signora Anna hanno alla fine risposto in 26 che, su 994 destinatari, rappresenta il 2,7 per cento. Non male.

Auto blu e super autista. A ciascuno il suo e ad alcuni autisti, per esempio, una retribuzione maiuscola, calcolata sul giusto: il rischio, la velocità, la fatica di guidare anche di notte. Di pochi giorni fa la notizia che la Camera dei deputati ha riconosciuto, dopo una annosa vertenza, il secondo livello retributivo ai suoi autisti. Porterà a 10.164 euro la retribuzione mensile lorda (dopo 35 anni di lavoro) a chi conduce l'auto blu. Più di quattromila euro netti al mese. Tre autisti dell'Atac ci vogliono per farne uno della Camera. Ma il Parlamento è un mondo a parte, non fa testo. Un bravo barbiere, se riesce a imboccare il portone di Montecitorio, supera in progressione e di molto lo stipendio di un magistrato d'appello (fermo a 98mila euro l'anno), e un operaio specializzato (tubista, elettricista) se ha la ventura di lavorare alla Camera è sicuramente nella condizione di raggiungere e superare lo stipendio di un professore universitario, persino di un cattedratico barone. Alla Camera ogni cosa ha costi elevatissimi, e persino le spese minute diventano mostruose: l'anno scorso 650 mila euro sono volati via proprio per la minutaglia, le spese vagabonde. Ma lì anche gli appendiabiti e chissà quale altro accessorio dei guardaroba (giacché le guardarobiere sono pagate a parte) sono valsi nell'ultimo bilancio un accantonamento monstre: 205 mila euro. Disse Goffredo Bettini, al momento di metter piede a Montecitorio: "Mio padre mi ha lasciato ricco. Sono diventato assai meno ricco quando per anni, come segretario del Pci di Roma non ho preso lo stipendio. Tuttavia il mio partito mi ha restituito i privilegi eleggendomi prima alla Regione e poi in Parlamento". Privilegiato, esatto. Tra le cento carezze parlamentari anche una voce destinata alla lingua, a parlar bene e a farsi intendere meglio. Per la formazione linguistica ai deputati investiti nel 2008 900mila euro. In Parlamento si parla, nevvero?

martedì 3 marzo 2009

Credo solo a internet


Di chi ci si fida oggi per scegliere un libro, un film, un ristorante, un titolo in Borsa? Non più dell'esperto o del critico, ma della sfera sociale in Rete

Tra gli effetti collaterali della rivoluzione digitale e della Rete fatta dagli utenti ce n'è uno su cui forse i sociologi ancora non hanno fatto bene mente locale. Ed è il rapido trasmigrare della fiducia collettiva dalla cosiddetta 'autorità in materia' al tam tam di Internet, alla sfera sociale più o meno allargata in cui ci muoviamo nel Web.

è una storia che nasce da lontano: nel Medioevo, ad esempio, l'auctoritas era quella voce a cui si dava retta perché si pensava sapesse qualcosa in più, avesse conoscenze maggiori, soprattutto in materia religiosa; per l'uomo del XX secolo era invece il critico cinematografico, l'esperto di Borsa, il letterato di lunga data o anche - in materie più leggere - l'agente di viaggi, la giornalista di moda, il critico gastronomico.

Bene, ora tutto questo sta finendo, per lasciare posto al crowdsourcing in Rete, cioè all'intelligenza e all'esperienza collettiva degli internauti, specie quelli che già conosciamo on line. Un esempio, per capirci: in queste settimane di crisi economica negli Stati Uniti va molto di moda un sito che si chiama Wikinvest, dove chiunque può pubblicare le sue valutazioni sulla convenienza di ogni investimento. Valutazioni che poi verranno corrette giorno dopo giorno da altri internauti, secondo il modello di Wikipedia. Insomma, addio agente di Borsa senza scrupoli e addio bancario che mi rifili i titoli tossici, ora per decidere dove mettere i miei risparmi ascolto un gruppo di persone magari meno esperte, ma di cui ho imparato a fidarmi. Tra i redattori di Wikinvest più apprezzati ci sono un laureando di Yale e una casalinga dell'Arizona. A quanto pare, il sito funziona benissimo. La rete sociale ha ucciso l'espertone.

Del resto, è un po' quello che succede su Facebook, il social network a cui sono iscritti quattro milioni di italiani. Se partecipate a qualche conversazione su quel sito, vi rendete subito conto che è tutto un chiedere e darsi consigli tra amici (quasi sempre virtuali, a cui magari non si è mai stretto la mano ma che hanno gusti e interessi simili ai nostri). E così ciascuno si confronta con la sua sfera sociale: che film vado a vedere questo weekend? Che vino accompagna meglio i miei carciofi alla giudea? Vale la pena o no di comprare l'ultimo libro di Larsson Stieg? E così via: una piccola folla di persone si sostituisce al critico cinematografico, allo chef di fama, alla grande firma della terza pagina.


Anche per questo i social network stanno diventando sempre meno generalisti: Anoobi.com, ad esempio, raccoglie persone che amano la letteratura e contiene circa dieci milioni di recensioni di libri pubblicate dai lettori. Yelp.com è un luogo virtuale dove si possono sapere tutte le cose da fare in una determinata città, dai ristoranti al cinema, dai musei agli eventi (negli Usa ogni mese riceve oltre dieci milioni di visite).

Ma questi sono solo alcuni dei casi più famosi. Ormai il Web è pieno di siti dove 'normali' utenti consigliano e altri 'normali' utenti si fanno consigliare. E gli argomenti sono i più svariati. Siete in una città, non avete un soldo e non sapete dove dormire? Iscrivetevi a Hospitality club.org e vi risolveranno il problema molto meglio che all'ufficio del turismo. State per diventare mamma e avete dei dubbi da chiarirvi? Parlatene con le ragazze ed ex ragazze di Cafemom.com, che conta oltre 1,2 milione di iscritte. Volete sapere quali sono i siti più cool del momento? Date un'occhiata a Stumbleupon.com. Ancora: Tripadvisor.it è diventato uno dei più importanti siti al mondo di turismo, perché si possono trovare 20 milioni di recensioni su oltre 61 mila città. Un archivio sterminato, insomma, redatto da normali vacanzieri (circa nove milioni) che finito il loro tour decidono di condividere con gli altri utenti di Internet le loro esperienze, segnalando pro e contro dei posti visitati. Il tutto gratis, con buona pace della Lonely Planet.

Ci sono poi iLike.com e Last.fm.it in cui si trovano infiniti consigli musicali. Il primo (solo in inglese) conta 30 milioni di utenti in tutto il mondo e consente agli iscritti di condividere i giudizi su un brano (o un album) e avvisare il resto della comunità sulla presenza di concerti. Last.fm (tradotto anche in italiano) usa invece cosiddetti algoritmi di filtraggio, software che permettono di ricevere consigli (per esempio su artisti che non si conoscono) a partire dai propri gusti musicali.

Istat, l'uso del computer a scuola riduce il divario sociale




SCUOLA & GIOVANI

Gli studenti con genitori laureati hanno un accesso maggiore
a Internet rispetto ai coetanei con genitori dai titoli di studio bassi.
Il laboratorio scolastico avvantaggia chi non dispone di strumenti adeguati
Ma la riforma ha operato dall'anno prossimo tagli consistenti nei finanziamenti



ROMA - Il laboratorio di informatica non costituisce un insegnamento prioritario nella scuola primaria, ha precisato un tecnico del ministero dell'Istruzione, all'indomani del varo della riforma Gelmini. Eppure, rileva oggi l'Istat, nell'ambito dell'indagine "Cittadini e nuove tecnologie - Anno 2008", l'uso a scuola del personal computer ha permesso di riequilibrare, sia pure in parte, le differenze tra i bambini i cui genitori hanno la laurea e i bambini con genitori "con titoli di studio bassi".

Registrando ancora passi in avanti nell'uso delle nuove tecnologie, l'Istat non può fare a meno di registrare le forti differenze nella conoscenza e nell'uso dell'informatica e in particolare di Internet dovute al lavoro del capofamiglia (operaio o libero professionista), al posto in cui si vive (Sud o Centro-Nord) e anche al titolo di studio. E sembra quest'ultima la circostanza più incisiva.

"Il divario tra i bambini e ragazzi di 3-17 anni - spiegano i ricercatori dell'Istat - dovuto al titolo di studio dei genitori è molto forte. Infatti, ha usato il personal computer negli ultimi tre mesi il 66,3% dei bambini e ragazzi con almeno un genitore laureato rispetto al 40,6% di quelli con i genitori con al massimo la licenza elementare con una differenza di 26 punti percentuali".

"I bambini e ragazzi con genitori con titoli di studio bassi - prosegue l'Istat - sono svantaggiati sia nell'uso a casa che nell'uso combinato a casa e a scuola. L'uso esclusivo a scuola permette di riequilibrare leggemente le differenze. Usano il personal computer solo a scuola, infatti, il 6,3% dei bambini e dei ragazzi con genitori con la licenza elementare a fronte dell'1,5% di quelli con genitori laureati. Tuttavia la scuola non riesce a colmare il profondo divario dovuto a un ambiente familiare non favorevole".

Ma almeno, fino ad oggi, ci ha provato. Naturalmente queste cifre sono destinate a cambiare profondamente dal prossimo anno scolastico, con il drastico taglio operato ai finanziamenti per i laboratori informatici. Una scelta, l'ennesima, che penalizzerà tanto di più il Sud. Infatti, attesta l'Istat, "sono le famiglie del Centro e del Nord a possedere le quote più elevate di beni tecnologici".

Mentre infatti il personal computer è diffuso in eguale misura al Centro e nel Nord (oltre il 52%), al Sud si arriva solo al 44,9%. Inoltre, nel Centro-Nord si riscontra la quota più alta di famiglie con accesso a Internet (circa il 45%) e alla connessione a banda larga (circa il 30%) mentre nel Sud e nelle Isole le quote scendono rispettivamente al 35% e al 21% circa. Tra il 2007 e il 2008 il divario tecnologico tra il Nord e il Sud del Paese è anche aumentato (dal momento che la crescita del Nord non è stata equilibrata da tassi analoghi al Sud).

L'unica buona notizia, in materie di disuguaglianze, è la riduzione nelle differenze sociali nel possesso di beni tecnologici. Una riduzione rispetto a un divario che rimane comunque amplissimo: le famiglie con capofamiglia operaio hanno infatti livelli di possesso di beni tecnologici molto inferiori a quelli delle famiglie in cui il capofamiglia è dirigente, imprenditore o libero professionista. Ad esempio, rileva l'Istat, "c'è una differenza di 27 punti percentuali nel possesso di personal computer e di 30 punti nel possesso dell'accesso a Internet". Un abisso, nonostante l'avvicinamento messo a segno nel 2008: infatti nel 2007 il divario era rispettivamente di 38 e di 33,8 punti per il Pc e la Rete.

lunedì 2 marzo 2009

Scuola, il 95% sceglie le 30 ore ma i fondi non sono sufficienti

SCUOLA & GIOVANI

Nove famiglie su 10 non potranno avere le 30 ore settimanali richieste
a meno che il governo non rinunci ai tagli previsti dalla Finanziaria


LE famiglie italiane sparigliano le carte alla Gelmini. O il governo, per accontentare le richieste di mamme e papà della scuola elementare, dovrà rinunciare alle economie di spesa previste dalla Finanziaria oppure le famiglie non potranno essere accontentate.

I dati diffusi ieri dal ministero dell'Istruzione sulle scelte che riguardano la scuola primaria (l'ex elementare) nascondono una verità: nove famiglie su 10 non potranno avere le 30 ore settimanali richieste all'atto dell'iscrizione. A meno che il governo non modifichi i criteri sulla formazione degli organici del personale della scuola già concordati con il ministero dell'Economia. Insomma, un bel pasticcio.

Ieri, le famiglie italiane hanno sonoramente bocciato il modello-Gelmini per la scuola elementare. Le 24 e le 27 ore in prima elementare, considerate il modello di riferimento per il futuro, hanno ottenuto soltanto il 10 percento delle preferenze. La stragrande maggioranza ha scelto il modello attuale a 30 ore (il 56 per cento) o quello a tempo pieno di 40 ore (il 34 per cento). Ma in quanti potranno essere accontentati a settembre? Decisamente pochi, visto che il ministero ha già scritto nero su bianco che l'organico per le prime classi verrà calcolato in base alle 27 ore settimanali.

Di conseguenza, le classi a 30 ore che sarà possibile attivare dipenderanno dalle economie realizzate con la formazione delle classi a 24 ore. Secondo una prima stima realizzata da Repubblica, su oltre 20 mila prime classi ne potranno funzionare appena 600 con 24 ore settimanali e altrettante ne dovrebbero essere attivate a 30 ore. Ma la richiesta delle 30 ore da parte dei genitori dei piccoli che fanno il loro ingresso alla scuola primaria è di gran lunga superiore.

In sostanza, attenendosi scrupolosamente ai dati di viale Trastevere, su quasi 294 mila famiglie che hanno richiesto un tempo scuola di 30 ore a settimana potranno essere accontentate meno di 16 mila. Cosa diranno le 278 mila famiglie che si vedranno appioppare un orario diverso da quello richiesto?

E non è neppure detto che potranno essere accontentati coloro che hanno scelto le 24 e le 27 ore. Il perché è presto detto. In Italia ci sono 16 mila plessi di scuola elementare e circa 16 mila sono state le famiglie che hanno optato per le 24 ore: in media un bambino per plesso. Mentre le famiglie che hanno richiesto le 27 ore sono 36 mila: poco più di 2 bambini, a conti fatti, per ogni plesso.

Ma le regole per la formazione delle classi sono tassative: almeno 10 bambini per classe. Anche coloro che hanno dato credito a settembre si ritroveranno in difficoltà: verrà probabilmente proposto loro di cambiare plesso o di accontentarsi di un altro modello orario. A meno che, per accontentare mamme e papà, l'esecutivo non decida di allargare i cordoni della borsa.