martedì 3 marzo 2009

Credo solo a internet


Di chi ci si fida oggi per scegliere un libro, un film, un ristorante, un titolo in Borsa? Non più dell'esperto o del critico, ma della sfera sociale in Rete

Tra gli effetti collaterali della rivoluzione digitale e della Rete fatta dagli utenti ce n'è uno su cui forse i sociologi ancora non hanno fatto bene mente locale. Ed è il rapido trasmigrare della fiducia collettiva dalla cosiddetta 'autorità in materia' al tam tam di Internet, alla sfera sociale più o meno allargata in cui ci muoviamo nel Web.

è una storia che nasce da lontano: nel Medioevo, ad esempio, l'auctoritas era quella voce a cui si dava retta perché si pensava sapesse qualcosa in più, avesse conoscenze maggiori, soprattutto in materia religiosa; per l'uomo del XX secolo era invece il critico cinematografico, l'esperto di Borsa, il letterato di lunga data o anche - in materie più leggere - l'agente di viaggi, la giornalista di moda, il critico gastronomico.

Bene, ora tutto questo sta finendo, per lasciare posto al crowdsourcing in Rete, cioè all'intelligenza e all'esperienza collettiva degli internauti, specie quelli che già conosciamo on line. Un esempio, per capirci: in queste settimane di crisi economica negli Stati Uniti va molto di moda un sito che si chiama Wikinvest, dove chiunque può pubblicare le sue valutazioni sulla convenienza di ogni investimento. Valutazioni che poi verranno corrette giorno dopo giorno da altri internauti, secondo il modello di Wikipedia. Insomma, addio agente di Borsa senza scrupoli e addio bancario che mi rifili i titoli tossici, ora per decidere dove mettere i miei risparmi ascolto un gruppo di persone magari meno esperte, ma di cui ho imparato a fidarmi. Tra i redattori di Wikinvest più apprezzati ci sono un laureando di Yale e una casalinga dell'Arizona. A quanto pare, il sito funziona benissimo. La rete sociale ha ucciso l'espertone.

Del resto, è un po' quello che succede su Facebook, il social network a cui sono iscritti quattro milioni di italiani. Se partecipate a qualche conversazione su quel sito, vi rendete subito conto che è tutto un chiedere e darsi consigli tra amici (quasi sempre virtuali, a cui magari non si è mai stretto la mano ma che hanno gusti e interessi simili ai nostri). E così ciascuno si confronta con la sua sfera sociale: che film vado a vedere questo weekend? Che vino accompagna meglio i miei carciofi alla giudea? Vale la pena o no di comprare l'ultimo libro di Larsson Stieg? E così via: una piccola folla di persone si sostituisce al critico cinematografico, allo chef di fama, alla grande firma della terza pagina.


Anche per questo i social network stanno diventando sempre meno generalisti: Anoobi.com, ad esempio, raccoglie persone che amano la letteratura e contiene circa dieci milioni di recensioni di libri pubblicate dai lettori. Yelp.com è un luogo virtuale dove si possono sapere tutte le cose da fare in una determinata città, dai ristoranti al cinema, dai musei agli eventi (negli Usa ogni mese riceve oltre dieci milioni di visite).

Ma questi sono solo alcuni dei casi più famosi. Ormai il Web è pieno di siti dove 'normali' utenti consigliano e altri 'normali' utenti si fanno consigliare. E gli argomenti sono i più svariati. Siete in una città, non avete un soldo e non sapete dove dormire? Iscrivetevi a Hospitality club.org e vi risolveranno il problema molto meglio che all'ufficio del turismo. State per diventare mamma e avete dei dubbi da chiarirvi? Parlatene con le ragazze ed ex ragazze di Cafemom.com, che conta oltre 1,2 milione di iscritte. Volete sapere quali sono i siti più cool del momento? Date un'occhiata a Stumbleupon.com. Ancora: Tripadvisor.it è diventato uno dei più importanti siti al mondo di turismo, perché si possono trovare 20 milioni di recensioni su oltre 61 mila città. Un archivio sterminato, insomma, redatto da normali vacanzieri (circa nove milioni) che finito il loro tour decidono di condividere con gli altri utenti di Internet le loro esperienze, segnalando pro e contro dei posti visitati. Il tutto gratis, con buona pace della Lonely Planet.

Ci sono poi iLike.com e Last.fm.it in cui si trovano infiniti consigli musicali. Il primo (solo in inglese) conta 30 milioni di utenti in tutto il mondo e consente agli iscritti di condividere i giudizi su un brano (o un album) e avvisare il resto della comunità sulla presenza di concerti. Last.fm (tradotto anche in italiano) usa invece cosiddetti algoritmi di filtraggio, software che permettono di ricevere consigli (per esempio su artisti che non si conoscono) a partire dai propri gusti musicali.

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