lunedì 27 aprile 2009

A chi serve il nucleare?


La miniera Ranger, 250 km a Est di Darwin in Australia, una delle più grandi del mondo, occupa un’area di ben 80 km². Al suo interno vi sono tre enormi scavi a cielo aperto da dove si estrae il minerale contenente l’uranio, il più grande dei quali occupa quasi 1 km². La concessione contiene inoltre un bacino che può trattare 1 milione e mezzo di tonnellate di acqua all’anno e un impianto che può produrre 250 tonnellate di acido solforico al giorno, utilizzato per sciogliere l’uranio nella fanghiglia di minerale finemente tritato e acqua. L’impianto è stato progettato per produrre 3 mila tonnellate all’anno di yellowcake estratto da circa 1 milione di tonnellate di minerale, la cui escavazione richiede l’utilizzo di circa 250 tonellate all’anno di esplosivo. Con un kg di esplosivo si possono rimuovere 4 tonnellate di minerale e con ogni “volata” si disintegrano mediamente 30 mila tonnellate di minerale uranifero. Ogni settimana si fanno esplodere 7,5 tonnellate di dinamite e le vibrazioni si sentono fino a Darwin, a 250 km di distanza. Il sito dispone di una sua centrale elettrica costituita da 5 motori diesel e da una turbina a vapore. Nel pozzo operano poi un escavatore con una benna da 12 m³ e sei camion che trasportano da 90 a 135 tonnellate di minerale ciascuno. Come si può vedere, la produzione di CO2 è considerevole. Se al posto della miniera di uranio si mettessero dei pannelli fotovoltaici, se ne potrebbero installare per 10 mila MW di potenza, praticamente uguale a tutta la capacità elettrica installata in Australia.

Quando Carlo Rubbia, premio Nobel per la fisica ed ex presidente dell’Enea, propose di sviluppare nel Sud Italia il solare termodinamico, è stato irriso per via della inaccettabile quantità di terreno necessario per realizzare tali impianti. I partigiani del nucleare sostengono che una centrale nucleare, per la stessa potenza 1.000 MW, occupi poche migliaia di m² e che campi di concentratori solari siano quindi improponibili in termini di occupazione di territorio. Nel comparare le estensioni di territorio necessarie per le fonti rinnovabili persistono ancora molte afferamzioni ingannevoli.
Tuttavia includendo correttamente tutti gli spazi necessari ai vari cicli dei combustibili, l’intensità di occupazione di territorio è molto simile per il solare, il carbone e il nucleare.

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