martedì 3 novembre 2009

Da Mills alla mafia ora rischia


La dissoluzione dello scudo legale rischia di trascinare il premier in una serie di nuovi procedimenti dagli esiti imprevedibili. A partire dalle inchieste fiorentine sulle trattative politiche di Cosa nostra nella stagione delle stragi e della nascita di Forza Italia. E poi c'è Milano, con un'indagine sul riciclaggio di quattrini provenienti dal traffico di droga. Insomma, uno scenario che potrebbe moltiplicare i guai giudiziari per il Cavaliere rimasto allo scoperto.

La questione più pesante è il caso Mills: nella sentenza c'è il corrotto, mancava il corruttore. Pesante sia per la rilevanza del reato, corruzione in atti giudiziari; sia per l'eco internazionale, l'avvocato inglese è marito di un ministro del governo Brown, ma soprattutto perché le motivazioni della condanna a David Mills lasciano pochi margini di dubbio: "Ha agito certamente da falso testimone. Da un lato per consentire a Silvio Berlusconi e al gruppo Fininvest l'impunità dalle accuse o almeno il mantenimento degli ingenti profitti realizzati attraverso operazioni societarie e finanziarie illecite. Dall'altro per perseguire il proprio vantaggio economico". Le altre grane spaziano dalla politica all'azienda. C'è un procedimento "congelato" davanti al gip di Roma, Orlando Villoni, che vede indagato Berlusconi per istigazione alla corruzione di alcuni senatori eletti all'estero durante la scorsa legislatura.

A Milano poi dovrà tornare alla sbarra nel processo sui presunti fondi neri per la compravendita di diritti televisivi su pacchetti di film dagli Usa a Mediaset: riserve estere create facendo transitare le cessioni da società sponda con il solo scopo di aumentare fittiziamente gli esborsi. Il colpo di teatro potrebbe però arrivare dalle procure di Palermo e Firenze, che hanno raccolto le nuove deposizioni del pentito Gaspare Spatuzza sugli attentati di Cosa nostra del 1992-3. I pm fiorentini alla fine del 1996 avevano iscritto Berlusconi nel registro degli indagati per concorso in strage. Procedimento poi archiviato 5 anni dopo. Ma che adesso potrebbe ripartire proprio dalla ricerca dei referenti politici dei boss.

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